Le estati italiane stanno cambiando. Chi ha qualche anno in più se ne accorge subito: un tempo le giornate calde erano intervallate da giornate più miti o da freschi temporali estivi, mentre oggi le ondate di calore sembrano interminabili. Temperature che sfiorano i 40 gradi, notti tropicali e afa insopportabile mettono a dura prova la salute di tutti, ma in particolare delle persone anziane.
Gli over 70, infatti, sono più vulnerabili agli effetti del caldo per una serie di motivi: la naturale riduzione della percezione della sete, una termoregolazione meno efficiente e spesso la presenza di patologie croniche che possono peggiorare con la disidratazione. È proprio per questo che nelle città si sta diffondendo sempre più il concetto di “rifugio climatico”, un termine che indica luoghi freschi e sicuri dove ripararsi durante le ore più calde della giornata.
Cosa sono i rifugi climatici
Un rifugio climatico può essere un’area verde attrezzata, una biblioteca, un centro anziani, una parrocchia, un centro commerciale o una struttura pubblica dotata di aria condizionata, spazi ombreggiati e servizi igienici accessibili style=”font-weight: 400;”>. La cosa importante è che si tratti di ambienti facilmente raggiungibili anche da chi ha difficoltà motorie, con ascensori, rampe e percorsi senza barriere. Per le persone fragili questi spazi possono fare davvero la differenza, perché offrono sollievo fisico, ma anche un’occasione di socialità e sorveglianza: luoghi dove ci si può rinfrescare, scambiare due parole e sentirsi meno soli.
La solitudine estiva, infatti, è un altro rischio per molti anziani. Quando la città si svuota per le vacanze, chi rimane spesso fatica a chiedere aiuto o non sa a chi rivolgersi. Sapere che esiste un rifugio climatico vicino a casa, magari con personale disponibile a fornire indicazioni o piccoli aiuti pratici, può davvero offrire un senso di protezione.
Come trovare i rifugi climatici
Molte amministrazioni comunali, già da qualche anno, stanno mappando i rifugi climatici sul territorio, creando elenchi consultabili online o attraverso sportelli dedicati. È una buona abitudine informarsi con anticipo su dove si trovano questi luoghi, così da avere un riferimento chiaro in caso di emergenza. Anche i familiari e i caregiver possono fare la loro parte, aiutando le persone più anziane a organizzarsi e a raggiungere in sicurezza questi spazi rinfrescati.
Non bisogna dimenticare, infatti, che il caldo non è solo un disagio, ma può trasformarsi in un pericolo concreto. I colpi di calore e la disidratazione possono portare a svenimenti, cadute, aggravamento di malattie cardiovascolari e respiratorie, soprattutto nelle persone più fragili. I rifugi climatici servono proprio a prevenire questi eventi, offrendo un ambiente protetto e monitorato.
Un altro aspetto fondamentale riguarda l’accessibilità. Non basta mettere a disposizione un ambiente climatizzato: è necessario garantire che vi si possa entrare senza ostacoli. Scale ripide, gradini non segnalati, porte strette o ascensori non funzionanti possono trasformare un potenziale rifugio climatico in un luogo inaccessibile per chi si muove con un deambulatore o una carrozzina. È qui che la tecnologia per la mobilità gioca un ruolo chiave: montascale, piattaforme elevatrici e impianti moderni possono rendere questi spazi davvero fruibili per tutti, senza escludere nessuno.
Se da un lato le ondate di calore estive sembrano destinate a diventare sempre più frequenti, dall’altro abbiamo la possibilità di reagire organizzando la città in modo più inclusivo. I rifugi climatici rappresentano un tassello importante di questa rete di protezione, capace di tutelare la salute e la dignità delle persone anziane e con disabilità.
In un futuro dove il clima continuerà a metterci alla prova, sapere che esistono luoghi pensati per accogliere i più fragili è un segno di civiltà e attenzione verso chi ha più bisogno.